Lombardia zona rossa d'amore
Ci fu un tempo in cui una corrente d’aria proveniente dai deserti africani trasportò in Lombardia, a nord della penisola italica, una polverina sottilissima che tingeva di rosso porpora tutto ciò su cui si poggiava e, cosa un po' più bizzarra, la sua inalazione provocava l’aumento di produzione di ferormoni negli animali, mentre fungeva per le piante come mezzo per l’impollinazione.
La Lombardia non è mai stata più verde di allora, a Milano il parco Sempione era diventato il polmone della città, la vegetazione era rigogliosa e vennero alla luce delle specie di fiori e piante mai viste prima. Gli esperti decisero di identificare la polverina con il nome di Amore-20, la fertilità e la sessualità che generava, e il colore rosso con cui dipingeva l’intera regione fu associato al sentimento dell'amore, un po' un clichè, però, questo è il nome che passo nella nostra storia per ricordarci di questo elemento che si infiltrò nella nostra realtà cambiandone le abitudini. All’epoca a Milano, vicino fermata Udine non distante dalla stazione Lambrate, in un piccolo appartamentino, convivevano due personaggi Jimena e Ugò. Jimena è una donna in carriera, giunta nel capoluogo lombardo compiuti 26 anni, una volta terminati i suoi studi magistrali in psicologia. Proviene da una piccola realtà del sud Italia, figlia di donna panico e un lupo di mare, dopo essersi data tanto da fare durante gli anni universitari, portando piatti a destra e sinistra e slogandosi il polso a furia di fare caffe dietro il bancone di un bar in spiaggia, aveva avuto le sue soddisfazioni: il posto di lavoro a Milano; l’autonomia economica e la libertà dalla sua famiglia, che come una buona famiglia terrona eccede sul tema dell’apprensione. Poi c’è Ugò, un giovane raffinato di origini nobili, i suoi antenati possedevano titoli nobiliari, nonostante la sua eredità e sempre stato un gran lavoratore e anche un gran studioso. Dalla Francia la sua famiglia si trasferì nell’armonioso paesino Castel delle Grotte in provincia del noto capoluogo pugliese. In questo paesello Ugò trascorse la sua vita fino ai 28 anni, è in Puglia che iniziò la sua passione per il buon vino e il buon cibo. Si formò come sommelier, allargando il suo Cv come ottimo chef de rang, fino al giorno della chiamata per ricoprire il ruolo di metre presso il ristorante stellato L’angoletto, in una delle zone più rinomate di Milano. I due migranti meridionali decisero di condividere casa ed ebbe così inizio una stravagante amicizia tra questi due artisti molto ambiziosi. La convivenza era perfetta fino al giorno della diffusione dell’amore-20. La situazione era complicata, il tasso di natalità cresceva e la vegetazione che proliferava in ogni angolo iniziava ad intralciare il fluire del traffico pedonale e automobilistico. I reparti di ginecologia e ostetricia erano pieni, gli ospedali erano in preda ad un’emergenza sanitaria. Furono chiamate all’appello tutte le levatrici che, con l’eccessiva medicalizzazione delle gravidanze, avevano perso la loro importanza sociale. Non solo aumentavano le gravidanze, ma a godere della situazione, ovviamente, c’erano i preti, perché la polverina stimolava la produzione di endorfine e serotonina, in questa maniera l'atto sessuale si accompagnava a grandi innamoramenti. Amore- 20 era un cupido folle e cieco che scagliava frecce per ogni dove. Jimena e Ugò erano disperati, non si potevano aprire le finestre perché bastava respirare un poco di quella polverina che venivi travolto da un vortice di passione. E quei due di innamorarsi non ne volevano sapere, il disastro che si era previsto era un aumento dei divorzi o degli isterismi una volta che sarebbero cambiati i venti, che avrebbero ripulito l’aria riequilibrando la biologia dei Lombardi e di tutto il loro ecosistema. Le giornate trascorrevano lentamente. I coinquilini vivevano in uno stato d’ansia e di paranoia sul fatto che, prima o poi, uno o l'altro si sarebbero potuti contagiare di amore-20. Entrambi erano quasi sull’orlo di una crisi di nervi. Il 20 marzo Ugò non volle rinunciare a festeggiare il suo compleanno e sgattaiolò fuori casa per comperare delle prelibatezze per la cena. Jimena era in camera troppo presa dal crossfit per rendersi conto di essere rimasta sola, mentre finiva l’ultima serie di burpees, Ugò rientrò facendo finta di niente, perché tra le sue abilità è un buon attore. Verso le 20 di sera, dalla cucina iniziava ad espandersi per tutta la casa l’odore di erbe aromatiche e Jimena ipnotizzata si diresse verso la cucina. Ugò ai fornelli si muoveva con la dimestichezza di un gran chef, tagliava velocemente, frullava, soffriggeva, infornava, controllava le temperature di ebollizione, un master. E lei sbalordita dall’efficienza del baroncino. Terminati i preparativi, in salotto la tavola era stata imbandita in maniera minuziosa, ogni elemento era geometricamente al posto giusto in un’armonia cromatica impeccabile. Jimena si accomodò e Ugò le versò elegantemente del rosso nel suo calice, la cena si basò su una dimostrazione di galanteria che non si vedeva da secoli, e Jimena iniziava a maturare i primi dubbi a riguardo, sarà un comportamento spontaneo oppure ha respirato l’amore-20? Rimase con il dubbio per tanto tempo perché l’amore-20 non contagiava tutti allo stesso modo, i corpi rispondevano in maniera diversa alla sua inalazione. Gli uomini e le donne più carnali consumavano subito l’atto sessuale, i più romantici ingegnavano varie forme di far l’amore; i seduttori e le seduttrici mettevano in scena i corteggiamenti più fini; però dei galantuomini non si conosce ancora il comportavano ai tempi dell’amore-20, gli esperti stanno tuttavia raccogliendo dati per stilare delle statistiche. Intanto entrambi hanno tirato un respiro di sollievo il 21 marzo, quando il governo annunciò che si potevano riaprire le finestre perché arrivava dal polo nord una corrente d’aria fredda che avrebbe spazzato via l’amore-20. Sereni che cupido lasciasse la città, iniziarono a fantasticare su cosa sarebbe potuto succedere se l’aria del polo nord celava al suo interno inedite polverine, sarebbero state afrodisiache come quelle esotiche?
La Lombardia non è mai stata più verde di allora, a Milano il parco Sempione era diventato il polmone della città, la vegetazione era rigogliosa e vennero alla luce delle specie di fiori e piante mai viste prima. Gli esperti decisero di identificare la polverina con il nome di Amore-20, la fertilità e la sessualità che generava, e il colore rosso con cui dipingeva l’intera regione fu associato al sentimento dell'amore, un po' un clichè, però, questo è il nome che passo nella nostra storia per ricordarci di questo elemento che si infiltrò nella nostra realtà cambiandone le abitudini. All’epoca a Milano, vicino fermata Udine non distante dalla stazione Lambrate, in un piccolo appartamentino, convivevano due personaggi Jimena e Ugò. Jimena è una donna in carriera, giunta nel capoluogo lombardo compiuti 26 anni, una volta terminati i suoi studi magistrali in psicologia. Proviene da una piccola realtà del sud Italia, figlia di donna panico e un lupo di mare, dopo essersi data tanto da fare durante gli anni universitari, portando piatti a destra e sinistra e slogandosi il polso a furia di fare caffe dietro il bancone di un bar in spiaggia, aveva avuto le sue soddisfazioni: il posto di lavoro a Milano; l’autonomia economica e la libertà dalla sua famiglia, che come una buona famiglia terrona eccede sul tema dell’apprensione. Poi c’è Ugò, un giovane raffinato di origini nobili, i suoi antenati possedevano titoli nobiliari, nonostante la sua eredità e sempre stato un gran lavoratore e anche un gran studioso. Dalla Francia la sua famiglia si trasferì nell’armonioso paesino Castel delle Grotte in provincia del noto capoluogo pugliese. In questo paesello Ugò trascorse la sua vita fino ai 28 anni, è in Puglia che iniziò la sua passione per il buon vino e il buon cibo. Si formò come sommelier, allargando il suo Cv come ottimo chef de rang, fino al giorno della chiamata per ricoprire il ruolo di metre presso il ristorante stellato L’angoletto, in una delle zone più rinomate di Milano. I due migranti meridionali decisero di condividere casa ed ebbe così inizio una stravagante amicizia tra questi due artisti molto ambiziosi. La convivenza era perfetta fino al giorno della diffusione dell’amore-20. La situazione era complicata, il tasso di natalità cresceva e la vegetazione che proliferava in ogni angolo iniziava ad intralciare il fluire del traffico pedonale e automobilistico. I reparti di ginecologia e ostetricia erano pieni, gli ospedali erano in preda ad un’emergenza sanitaria. Furono chiamate all’appello tutte le levatrici che, con l’eccessiva medicalizzazione delle gravidanze, avevano perso la loro importanza sociale. Non solo aumentavano le gravidanze, ma a godere della situazione, ovviamente, c’erano i preti, perché la polverina stimolava la produzione di endorfine e serotonina, in questa maniera l'atto sessuale si accompagnava a grandi innamoramenti. Amore- 20 era un cupido folle e cieco che scagliava frecce per ogni dove. Jimena e Ugò erano disperati, non si potevano aprire le finestre perché bastava respirare un poco di quella polverina che venivi travolto da un vortice di passione. E quei due di innamorarsi non ne volevano sapere, il disastro che si era previsto era un aumento dei divorzi o degli isterismi una volta che sarebbero cambiati i venti, che avrebbero ripulito l’aria riequilibrando la biologia dei Lombardi e di tutto il loro ecosistema. Le giornate trascorrevano lentamente. I coinquilini vivevano in uno stato d’ansia e di paranoia sul fatto che, prima o poi, uno o l'altro si sarebbero potuti contagiare di amore-20. Entrambi erano quasi sull’orlo di una crisi di nervi. Il 20 marzo Ugò non volle rinunciare a festeggiare il suo compleanno e sgattaiolò fuori casa per comperare delle prelibatezze per la cena. Jimena era in camera troppo presa dal crossfit per rendersi conto di essere rimasta sola, mentre finiva l’ultima serie di burpees, Ugò rientrò facendo finta di niente, perché tra le sue abilità è un buon attore. Verso le 20 di sera, dalla cucina iniziava ad espandersi per tutta la casa l’odore di erbe aromatiche e Jimena ipnotizzata si diresse verso la cucina. Ugò ai fornelli si muoveva con la dimestichezza di un gran chef, tagliava velocemente, frullava, soffriggeva, infornava, controllava le temperature di ebollizione, un master. E lei sbalordita dall’efficienza del baroncino. Terminati i preparativi, in salotto la tavola era stata imbandita in maniera minuziosa, ogni elemento era geometricamente al posto giusto in un’armonia cromatica impeccabile. Jimena si accomodò e Ugò le versò elegantemente del rosso nel suo calice, la cena si basò su una dimostrazione di galanteria che non si vedeva da secoli, e Jimena iniziava a maturare i primi dubbi a riguardo, sarà un comportamento spontaneo oppure ha respirato l’amore-20? Rimase con il dubbio per tanto tempo perché l’amore-20 non contagiava tutti allo stesso modo, i corpi rispondevano in maniera diversa alla sua inalazione. Gli uomini e le donne più carnali consumavano subito l’atto sessuale, i più romantici ingegnavano varie forme di far l’amore; i seduttori e le seduttrici mettevano in scena i corteggiamenti più fini; però dei galantuomini non si conosce ancora il comportavano ai tempi dell’amore-20, gli esperti stanno tuttavia raccogliendo dati per stilare delle statistiche. Intanto entrambi hanno tirato un respiro di sollievo il 21 marzo, quando il governo annunciò che si potevano riaprire le finestre perché arrivava dal polo nord una corrente d’aria fredda che avrebbe spazzato via l’amore-20. Sereni che cupido lasciasse la città, iniziarono a fantasticare su cosa sarebbe potuto succedere se l’aria del polo nord celava al suo interno inedite polverine, sarebbero state afrodisiache come quelle esotiche?
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